Quello che c'è nella mia famiglia e nel rapporto con Dio

In una breve intervista, Paolo Danzi, padre di quattro figli, racconta della sua famiglia e come san Josemaría li abbia aiutati nei momenti più difficili.

Mi chiamo Paolo Danzi, ho 43 anni e vivo a Verona dove svolgo la professione di medico oculista. Sono sposato da sedici anni e ho quattro figli. Conosco e frequento i mezzi di formazione cristiana dell’Opus Dei dagli ultimi anni del liceo. Nell’Opera ho imparato che essere cristiano vuol dire dialogare tutti i giorni con il Signore attraverso alcune pratiche di pietà, in particolare l’orazione e la santa Messa e a svolgere il mio lavoro professionale alla presenza di Dio, curando i piccoli particolari. Ho imparato anche che il lavoro non è un fine, ma un mezzo di santificazione e che prima di esso vengono la moglie e i figli. Così cerco sempre di rientrare a casa alla sera appena possibile per dedicare a loro un po’ di tempo, lasciando fuori dalla porta le preoccupazioni del lavoro.

Con ogni figlio poi, sia io che mia moglie, cerchiamo di trovare occasioni per passare un po’ di tempo a tu per tu così da poterli conoscere meglio e poterli aiutare a crescere come persone e come figli di Dio.

Certo non posso affermare che tutto ciò sia facile e che sia sempre possibile farlo come vorrei, ma san Josemaría mi ha insegnato che l'importante è metterci la volontà di lottare, sapendo sempre ricominciare. Io e mia moglie poi siamo particolarmente legati a san Josemaría perché, attraverso la sua intercessione - ne siamo convinti - il Signore ha permesso di poter avere viva e sana la nostra ultima figlia: Benedetta. Nel 2001, infatti, mia moglie era incinta e in occasione di un controllo ecografico, ci venne comunicato che il liquido amniotico era scomparso senza alcuna ragione e che di conseguenza al momento del parto la bambina non avrebbe potuto sopravvivere.

Tutti gli specialisti consultati confermarono la stessa prognosi; alcuni arrivarono addirittura a consigliarci di ricorrere all’aborto. Dopo un attimo di scoramento ci rendemmo conto che l’unica cosa che potevamo fare era chiedere un miracolo e così chiedemmo a tutte le persone che conoscevamo di ricorrere all’intercessione del fondatore dell’Opus Dei per ottenerlo. E infatti, dopo poco tempo il liquido amniotico, così come inspiegabilmente era scomparso, altrettanto inspiegabilmente riapparve, consentendo a nostra figlia di vivere.

Quasi a volerci ripagare della fede avuta, il Signore ci ha concesso che il giorno della canonizzazione di san Josemaría, Benedetta fosse presa in braccio dal santo Padre Giovanni Paolo II. I miracoli quindi esistono e io posso dire che ne sono testimone.