Convegno sul significato del lavoro nell’insegnamento del beato Josemaría Escrivá

“Amare il mondo appassionatamente”: questo il titolo del Convegno cui hanno assistito più di 400 persone, in una sala pubblica di Torino. Il Convegno, organizzato dall’Associazione AEC, un ente morale di diritto regionale, è stato inaugurato da due relazioni programmatiche.

La prima relazione è stata svolta dal rev.do prof. Hernán Fitte, docente di Teologia morale presso la Pontificia Università della Santa Croce, di Roma, che ha illustrato il tema del valore della santificazione delle realtà quotidiane nell’insegnamento del beato Josemaría. Egli ha ricordato che il beato non è stato fondamentalmente un pensatore “teorico”, quanto piuttosto un pastore che intendeva – come poi è avvenuto – far sì che, con la grazia di Dio, il suo messaggio di santità quotidiana si incarnasse nella vita di migliaia di persone. Dopo un sintetico ma completo excursus sul senso che la vita quotidiana ha assunto nella storia del pensiero, il relatore ha affermato che il beato ricordava la necessità di “avere i piedi ben piantati sulla terra, ma la testa in cielo” (Amici di Dio, 75), intendendo che ogni tentativo cristiano di santificare la realtà quotidiana deve essere certamente finalizzato alle realtà ultime, ma vissuto con una grande coerenza di vita e molta concretezza nella lotta di tutti i giorni.

La prof. Paola Binetti, docente di Storia della Medicina nell’Università Campus Bio-medico di Roma, ha illustrato il tema: “Il lavoro: realizzazione o annientamento della persona?”. La sua relazione ha esaminato la dinamica molte volte perversa che si instaura nei rapporti di lavoro, troppo spesso inquinati dall’invidia, dalla gelosia, dal desiderio di autoaffermazione a scapito degli altri, dal mancato riconoscimento del lavoro altrui; non c’è alcuna “realizzazione” possibile della persona in un ambiente siffatto. È necessario invece – ha affermato la prof.ssa Binetti – ridare spazio alla dimensione etica nei rapporti umani, in altre parole alla pratica delle virtù, pratica che ci consente di convivere con gli altri, di apprezzarli, di condividere con loro gioia, dolori e un vero impegno comune di crescita professionale. Questo era l’insegnamento del beato Josemaría, di cui la relatrice ha ricordato alcune espressioni significative, fra le quali una di Cammino (440): “Quando avrai terminato il tuo lavoro, fa' quello del tuo fratello, aiutandolo, per Cristo, con tale spontanea delicatezza che egli non avverta neppure che stai facendo più di quanto devi secondo giustizia. - Questa sì che è fine virtù di un figlio di Dio!”.

Il convegno si è concluso con una tavola rotonda, moderata dal prof. Gianluca Segre, presidente dell’AEC, nella quale sono intervenuti il prof. Sergio Benedetto, docente di trasmissione numerica nell’Università di Torino, che ha parlato dell’insegnamento come servizio; la dott.ssa Anna Maria Minetti, dirigente di FIAT AUTO, che ha illustrato il lavoro della donna e il suo ruolo nella società nell’insegnamento del beato Josemaría; il dott. Marco Vigorelli, senior partner di Accenture, il quale ha parlato del rapporto lavoro/famiglia, arricchendo la sua relazione con molti e accattivanti esempi tratti dalla sua esperienza di imprenditore di successo e contemporaneamente padre di famiglia numerosa.