San Josemaría a Loreto

Il 1° marzo, a Loreto, è stato inaugurato il camminamento pedonale “Percorso San Josemaría Escrivá” alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Giovanni Tonucci, Delegato Pontificio per la Santa Casa e Prelato di Loreto e del Prelato dell’Opus Dei, Mons. Javier Echevarría. Alle 11.00, lungo il percorso, si è tenuto il rito della Via Crucis e alle 12.30 la solenne concelebrazione eucaristica in Basilica.

San Josemaría bacia un'immagine della Madonna di Loreto.

Non è un caso l'intitolazione a san Josemaría del camminamento di Loreto. Egli infatti nutriva una profonda venerazione per la Vergine lauretana e si recò a Loreto molte volte fra il 1948 e il 1971, per affidare alla protezione di Maria il Papa, la Chiesa e l'Opus Dei. Si ricorda in particolare il viaggio penitente che vi fece il 15 agosto del 1951, per chiedere alla Madonna di proteggere l'Opus Dei da alcuni pericoli che lo minacciavano. Ecco il racconto che ne “Il Fondatore dell’Opus Dei”, ed. Leonardo International, vol. III, ne fa Andrés Vázquez de Prada, citando a sua volta un brano autobiografico del santo, tratto dall'omelia “Il trionfo di Cristo nell'umiltà”, in “È Gesù che passa”.

«La mattina del 14 agosto, sotto un sole cocente, il Padre e don Álvaro del Portillo, accompagnati da altri due membri dell’Opera, partirono in macchina da Roma. Presero la via Salaria e passarono lungo la costa adriatica. Arrivarono alla basilica della Madonna di Loreto e prenotarono la Messa all’altare della Santa Casa per il giorno successivo. A metà pomeriggio si recarono ad Ancona, dove pernottarono.

La mattina successiva, festa dell’Assunzione, il Padre giunse a Loreto prima delle nove, trovando la basilica già piena di gente venuta dai dintorni. La Santa Casa, dove celebrò la Messa, si trova all’interno della basilica. Vi si stipava una folla devota, giunta a motivo della grande festività mariana. Il Padre cercò di celebrare la Messa con raccoglimento, ma le manifestazioni di spontanea pietà dei presenti non gli consentirono di concentrarsi:

“Così, mentre io baciavo l’altare quando lo prescrivono le rubriche della Messa, lo baciavano anche tre o quattro contadine. Fui distratto, ma mi emozionava. Attraeva pure la mia attenzione il pensiero che in quella Santa Casa – che la tradizione assicura essere il luogo dove vissero Gesù, Maria e Giuseppe –, sopra la mensa dell’altare hanno posto queste parole: Hic Verbum caro factum est. Qui, in una casa costruita dalla mano degli uomini, in un pezzetto della terra su cui viviamo, ha abitato Dio”.

'Percorso San Josemaría Escrivá'.

Toltisi i paramenti, mentre don Álvaro celebrava la Messa alle 9 e mezzo, il Padre riuscì a rifugiarsi nel minuscolo andito dietro l’altare della Santa Casa. Lì rinnovò la consacrazione al dolcissimo Cuore di Maria, “immagine perfetta del Cuore di Gesù”, fatta poco prima durante la Messa. A nome di tutto l’Opus Dei disse alla Madonna:

“Ti consacriamo il nostro essere e la nostra vita; tutto ciò che è nostro, ciò che amiamo e ciò che siamo. Per te i nostri corpi, i nostri cuori e le nostre anime; siamo tuoi noi e i nostri apostolati”.

Il Padre rimase in ginocchio tutto il tempo della Messa celebrata da don Álvaro. Solo, immerso in preghiera, non fece caso alle persone che lo urtavano, e quasi lo calpestavano, sfilando continuamente in quella specie di corridoio dietro l’altare, mentre implorava il Cuore di Maria (...).

Uscendo, il Padre si rese conto di avere la tonaca tutta calpestata. Dopo aver fatto colazione, intrapresero il viaggio di ritorno. Il caldo era forte, ma egli era molto contento: faceva orazione, immerso in Dio, e ringraziava. La sera stessa vide le sue figlie e i suoi figli. Raccontò loro da dove veniva e disse che la consacrazione alla Madonna gli dava la sicurezza che Ella, ancora una volta, avrebbe preso l’Opera sotto la sua protezione. Li invitò a continuare a supplicare il Cuore dolcissimo di Maria».

Il Fondatore dell’Opus Dei si recò altre volte a Loreto: il 3-I-1948; il 7-XI-1953; il 12-V-1955; l’8-V-1960; l’8-V-1969; il 22-IV-1971.