Il primo italiano dell’Opus Dei

È mancato don Francesco Angelicchio, sacerdote dell’Opus Dei e primo italiano a far parte della Prelatura.

Si è spento all’età di 88 anni don Francesco Angelicchio il primo italiano dell’Opus Dei. Originario di Monterotondo, figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una casalinga, conobbe a Roma il fondatore, San Josemaría, nella vigilia di Natale del 1947. All’epoca era un giovane avvocato romano. Qualche anno prima aveva conosciuto i primi fedeli dell’Opus Dei che dalla Spagna erano venuti in Italia insieme a don Alvaro del Portillo che stava iniziando i colloqui con la Santa Sede per l’approvazione definitiva dell’Opus Dei. Nel novembre del 1947 fu il primo italiano ad aderire all’Opera come numerario. Contribuì da laico all’incipiente attività apostolica dell’Opus Dei, che presto iniziò, oltre che a Roma, anche a Palermo, Milano, Napoli, ecc.

Fu ordinato sacerdote nel 1955, dopo aver concluso i necessari studi teologici, e prestò un abbondante servizio pastorale a Roma, Milano, Verona, ecc.

Fu chiamato all’inizio degli anni sessanta da Giovanni XXIII a istituire il Centro cattolico cinematografico. Incoraggiato da San Josemaría, svolse questo lavoro avendo in mente il bene delle persone e non con l’atteggiamento del censore. Diventò amico e confidente di molti registi e attori come Federico Fellini, Roberto Rossellini, Pier Paolo Pasolini, Ermanno Olmi, Liliana Cavani. Per questa sua umanità godeva di grandissima stima. Gli uomini di spettacolo lo stavano ad ascoltare, come quando convinse Pasolini a tornare sul set, a pellicola già ultimata, per girare la scena della risurrezione che era stata omessa nel film Il Vangelo secondo Matteo. Durante il pontificato di Paolo VI gli fu chiesto di selezionare i film da far vedere al Papa, compito che svolse con grande impegno e attenzione.

Negli anni ‘70 divenne parroco della Chiesa di San Giovanni Battista al Collatino che sorgeva accanto al complesso del Centro Elis a Roma, un centro di formazione professionale promosso da fedeli dell’Opus Dei su desiderio di Giovanni XXIII e che fu inaugurato da Paolo VI. La parrocchia e il centro erano in un quartiere difficile, caratterizzato da povertà, emarginazione, delinquenza, in cui si respirava un’atmosfera marxista ed anticlericale. Don Francesco, spronato dal fondatore dell’Opus Dei, si dedicò senza riserve alla cura pastorale di quelle anime, seguendole una ad una con dedizione. Perfino quando erano in carcere don Francesco viaggiava per andare a trovare i suoi parrocchiani detenuti anche lontano da Roma.

Don Francesco con don Mario Lantini, 2007.

Si è spento serenamente nella residenza del Centro Elis dove l’hanno accudito amorevolmente nei suoi ultimi giorni, nella stessa zona dove aveva speso tante energie sacerdotali.

Qualche tempo fa rilasciò una testimonianza video che è possibile vedere cliccando qui.