Cardinali e vescovi parlano della canonizzazione del Beato Josemaría Escrivá

Commenti di alcuni vescovi sulla prossima canonizzazione del Fondatore dell’Opus Dei durante le Messe celebrate intorno al 9 gennaio, centenario della sua nascita.

Card. Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia

Cattedrale di Colonia, 19 gennaio 2002

“Le beatificazioni e le canonizzazioni significano una sorta di “sprivatizzazione” di una persona, che diventa patrimonio comune della Chiesa. Il Beato Josemaría è e sarà sempre il Fondatore dell’Opus Dei, tuttavia appartiene a tutti noi nella Chiesa. Per questo gioiamo assieme ai membri dell’Opus Dei poiché presto – così sembra – il Beato sarà canonizzato”.

Card. Norberto Rivera, arcivescovo primate di Città del Messico

Basilica della Madonna di Guadalupe, Città del Messico, 9 gennaio 2002

“Per tutti, ma soprattutto per i messicani, questa notizia tanto attesa è motivo di grandissima gioia. Anche per la singolare coincidenza, voluta dalla Vergine Maria, che ha riunito Juan Diego e Josemaría Escrivá: entrambi pellegrini del Tepeyac e innamorati della Vergine Bruna. Li ha riuniti nel percorso verso gli altari, visto che già nel 1990 furono dichiarati venerabili lo stesso giorno, nel quale furono riconosciute le loro virtù eroiche”.

Mons. Serafino Ferreira da Silva, vescovo di Leiria-Fatima

Fatima, Cappella delle Apparizioni, 12 gennaio 2002

“Ho l’onore di presiedere questa celebrazione nella Cappella delle Apparizioni, nella quale Josemaría Escrivá venne spesso fin dal 1945. È il primo pellegrino di questo santuario che è stato beatificato; attendiamo la sua canonizzazione per il 2002. È stato un uomo di grande forza interiore e ricavò questa energia da tante visite fatte a santuari mariani, come quello di Fatima o quello di Guadalupe, nelle quali chiedeva alla Vergine – e lo ha fatto anche qui – che si compisse sempre la volontà di Dio, per mezzo del Figlio eterno del Padre, con l’aiuto della Madonna e l’ispirazione dello Spirito Santo”.

Mons. Juan José Omella, vescovo di Barbastro-Monzón

Barbastro, città natale del Beato Josemaría, 9 gennaio

“Visse una vita radicata in Cristo, amò appassionatamente e con gioia la Chiesa e fondò l’Opus Dei. Ringraziamo per tutto ciò che l’Opera è stata per la Chiesa e per tante persone che sono state aiutate a conoscere e ad amare di più Dio. Chiediamo al Signore che ci conceda di vederlo presto sugli altari, come modello della sequela di Cristo, il Figlio di Dio”.

Mons. Anthony O. Gbuji, vescovo di Enugu (Nigeria)

Enugu, 9 gennaio 2002

“Lo sviluppo dell’Opus Dei è frutto della fede, dell’amore e della completa dedicazione del Beato Josemaría alla volontà di Dio. Il Fondatore dell’Opus Dei, seguendo l’esempio di Cristo, diede la sua vita per la salvezza delle anime. Per questo, presto sarà incluso nell’elenco dei santi”.

Card. Camillo Ruini, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma

Basilica di Sant’Eugenio, Roma, 9 gennaio 2002.

“Duc in altum. Di fronte a tale prospettiva, lo spirito testimoniato dal beato Josemaría è un sicuro riferimento per addentrarsi efficacemente lungo le strade del terzo millennio. La vita e le opere del Beato ci offrono in questo compito il giusto orientamento per non perdere di vista la prima e più fondamentale delle “priorità pastorali” segnalate dal Papa a tutta la Chiesa, ovvero la santità”.

Card. Severino Poletto, arcivescovo di Torino

Duomo di Torino, 8 febbraio 2002.

“Possiamo davvero, augurandoci che possa essere presto canonizzato, imparare anche noi dall’esempio del Beato Josemaría Escrivá, soprattutto questo cammino di santità, che non è distaccato dal cammino della croce, della rinuncia e della penitenza ma che è arricchito dalla gioia di sentirsi amati da Dio”.

Mons. Giuseppe Costanzo, arcivescovo di Siracusa.

Chiesa del Sacro Cuore, Siracusa, 18 gennaio 2002.

“Quale il segreto della fecondità della vita del Beato?…Anzi tutto la sua dedizione totale al compito ecclesiale che Dio gli aveva assegnato. Era uno di quelli che quando faceva le cose le faceva seriamente. La totalità della dedizione. Egli ebbe chiarissima un’idea: il lavoro è servizio, il lavoro è servizio al Re divino, servizio ai fratelli che sono stati riscattati con il Sangue preziosissimo di Cristo. Servire significa donare sé stessi, significa spendersi”.

Mons. Alfredo Garsia, vescovo di Caltanisetta

Chiesa di San Biagio, Caltanisetta, 30 gennaio 2002.

“Carissimi fratelli e sorelle mi pare che debba essere io a ringraziare per l’invito a presiedere questa Santa Eucarestia mentre onoriamo il Beato Josemaría Escrivá e ci prepariamo alla sua canonizzazione che certamente sarà un grido di grande gioia. E noto volentieri alla distanza di sei mesi quando ci trovammo in questa Chiesa a celebrare e ricordare il Beato che stasera la Chiesa è molto più piena dell’altra volta questo vuol dire che il Beato viene conosciuto maggiormente, che la sua spiritualità viene recepita, che si trovano persone che accolgono il suo insegnamento”.