Perché venire alla canonizzazione?

"Quel giorno voglio esserci per sostenere il Papa nel suo impegno per far giungere il messaggio di Cristo ad ogni angolo della terra": è il messaggio di Aurora, venezuelana, uno delle centinaia di "e-mails" che si ricevono nella sezione "Perché esserci" della pagina web della canonizzazione e che raccoglie le testimonianze di persone di 41 Paesi che raccontano i motivi per cui viaggeranno a Roma per la canonizzazione del Beato Josemaría.

Dalla Polonia arriva il messaggio di Alexandra: "ci sarò per ringraziare il Beato Josemaría per la sua fedeltà. Verrò con tutta la famiglia perché abbiamo molte intenzioni per cui pregare e di cui ringraziare". Anche Celma, del Brasile, attraverserà l’Atlantico per "stare con il Papa e per ringraziare del gran dono che mons. Escrivá è stato per tutti noi".

Sono molti i messaggi che sottolineano il desiderio di ringraziare il nuovo santo per le grazie ricevute, guarigioni ecc. Erica (Argentina) scrive: "Per intercessione del Beato Josemaría sono guarita dopo 16 anni di anoressia e bulimia; è da allora che voglio ringraziare Dio per la seconda opportunità che mi ha offerto di cercarlo tutti i giorni, amando ogni volta di più e redimendo con la mia vita ordinaria di sposa, di madre, di amica…".

In un altro messaggio si legge: "Il mio sogno è di esserci per testimoniare la gratitudine infinita che ho nei suoi confronti, perché per la sua intercessione sono sopravvissuta ad un tragico incidente l’11 dicembre del 1998, per il quale mi avevano già dichiarata clinicamente morta" (Lucrecia, México).

Dalla Spagna arriva la testimonianza di Nacho: "Andrò a Roma perché grazie a lui ho perso le vertigini. Ho quattordici anni. Sono il più piccolo di quattro fratelli. Quando avevo quattro anni soffrivo di attacchi di vertigine infantile e per questo non sono potuto andare alla beatificazione di Josemaría, il 17 maggio del 1992. Quel giorno i miei genitori hanno pregato per me, durante la Messa, alla Consacrazione. Quello è stato il giorno del mio ultimo attacco di vertigine. Ho perso ogni paura, per questo, anche se non ho ancora i soldi, sarò a Roma il 6 ottobre.

Francisco, colombiano, scrive: "voglio ringraziarlo per tutti i favori che mi ha fatto negli ultimi 21 anni, e perché posso dire che esattamente 10 anni fa mi ha salvato la vita".

"Io vado a Roma, alla canonizzazione di Josemaría Escrivá, per ringraziare Dio dei benefici ricevuti per la sua intercessione", scrive Houessou dalla Costa d’Avorio. Come lui sono in molti a dire che vogliono andare a Roma per manifestare la loro gratitudine a Josemaría Escrivá per i benefici spirituali: "io voglio assistere alla canonizzazione - si legge nel messaggio di Philippe, francese - per ringraziare di tutti i cambiamenti avvenuti nella mia vita negli ultimi 10 anni. Non pregavo e ora prego Gesù Cristo; la mia vita non aveva nessuno scopo ed ora, malgrado i miei peccati, c’è moltissima gioia in tutto ciò che faccio".

Don Edmondo, sacerdote italiano, scrive: "Desidero vivamente essere presente alla canonizzazione del beato Josemaría per poter chiedere la sua particolare intercessione affinché diventi un sacerdote santo, come lo è stato lui. Voglio anche poterlo ringraziare per tante grazie che mi ha concesso in questi anni di formazione". E don Abelardo, dal Venezuela, afferma: "Nel 1990 ho letto per la prima volta una sua biografia. Mi ha colpito tanto e mi ha aiutato a fare il passo decisivo nella mia vocazione al sacerdozio. Ora sono già sacerdote da quattro anni. Come non venire a ringraziare?"

"Devo al nuovo santo il mio amore per Cristo", scrive Markus Schwarz (Austria), per questo motivo "essere presente alla canonizzazione sarà, per me e per la mia famiglia, un segno di riconoscenza".

Non manca chi viene alla canonizzazione per pregare per qualche intenzione particolare: per chiedere a Dio "attraverso l’intercessione di mons. Escrivá, di donare a me e a tutti una vera conversione e la santità di vita" (Zen, Filippine); "per l’intercessione del padre Josemaría, che tutti possiamo superare il male con abbondanza di bene" (Teresa, Portogallo); "perché arricchisca la mia fede e mi avvicini di più a Dio" (E.T.Mallonga, Olanda); "perché cresca nella fede, con la speranza di essere un buon cristiano" (Vicente, Spagna); etc.

Tra le altre ragioni, María Rosa, di Cuba, assisterà alla cerimonia della canonizzazione "per essere sicura che ci sia qualcuno del mio Paese". E María Cristina, della Colombia, spiega: "se Dio vuole ci saremo mio marito, mia figlia minore ed io. Vogliamo pregare per il nostro Paese e per la santificazione di tutti i nostri cari".

Sol, da El Salvador, racconta così le ragioni del suo pellegrinaggio: "la frase che mi piace di più del nuovo santo è ‘la felicità in Cielo è per chi ha saputo essere felice sulla terra’. Ogni giorno posso constatare la verità racchiusa in queste parole. Vado per ringraziarlo di tutto e per chiedergli di aiutarmi ad essere santa come lui vuole che lo sia". Gabriel, del Perù, raggiungerà la città eterna perché il Beato Josemaría "ha cambiato la mia vita e quella di molti altri. Parlando di santità in mezzo al mondo mi ha cambiato ogni prospettiva".