Tanta fantasia, pur di esserci

Come si evince da molte comunicazioni al Comitato organizzatore, venire a Roma comporta un grosso sacrificio economico per non pochi pellegrini. Roma sta accogliendo i partecipanti alla Canonizzazione con “le porte aperte”.

Così è stato per un gruppo di 300 contadini della Valle di Cañete, zona del Perù in cui è molto diffusa la devozione al Beato Josemaría. Aldegunda Chumpitaz racconta che per poter pagare il viaggio in Italia hanno svolto attività diverse, come per esempio la produzione e la vendita di 7.000 "picarones" a testa (i "picarones" sono dei dolci tipici a base di zucca, lievito e farina).

Noel Macaraeg è un giovane filippino, malato di leucemia. È il più giovane di una famiglia di 10 figli, devota del prossimo nuovo santo. Suo fratello Raul inviò una richiesta alla "Make a Wish Foundation" degli Stati Uniti, istituzione dedicata a sovvenzionare i desideri di ragazzi malati terminali. Il desiderio di Noel era quello di poter venire alla canonizzazione con la sua famiglia. Dopo aver pregato il Beato, il desiderio si è avverato e la fondazione ha sponsorizzato il suo viaggio e quello di due sorelle e di sua madre: "in casa siamo tutti felici", ha affermato.

Miguel Chigüichón è un giardiniere del Guatemala. Da sette mesi sta dedicando tutti i sabato pomeriggio, al termine della sua giornata di lavoro, a lavare automobili a domicilio. Con questi soldi si potrà pagare il viaggio.

Natividad e Javier Isorna sono genitori di una famiglia numerosa di Santiago de Compostela (Spagna). Per finanziare il viaggio a Roma hanno inaugurato un "salvadanaio familiare" in cui sia i genitori che i figli depositano i loro risparmi, ricavati con piccoli lavori fuori programma realizzati nei mesi precedenti la canonizzazione. Chus (16 anni) racconta così il decollo del progetto: "papà si è messo a fare filloas (piatto tipico della Galizia) e mamma i biscotti, oltre a dare lezioni private. Io ho avuto la possibilità di assistere una signora anziana e nei fine settimana, svolgo dei lavoretti con mia sorella Paola. Abbiamo fatto anche le baby sitter durante feste e ricevimenti. Il risultato è stato questo: noi tre più grandi siamo state le prime a pagarci tutto il viaggio e adesso dobbiamo continuare a lavorare per aiutare gli altri a trovare i soldi".

Lucille Gaudette, una donna di Quebec (Canada) che sperava di poter partecipare alla canonizzazione, non potrà farlo perché sta lottando contro il cancro. La signora Gaudette ha deciso che la sua partecipazione consisterà in questo: dare i suoi risparmi a dei giovani pellegrini della sua città.

“Roma a porte aperte”

Finora 950 famiglie romane hanno aderito al programma "Benvenuti a casa mia"; sono famiglie che apriranno la porta di casa a persone o famiglie assegnate loro dal comitato. Il programma è rivolto ai partecipanti con minori possibilità economiche.

"Le famiglie romane - spiega Federica Paolini, che collabora al programma - hanno una lunga tradizione di ospitalità". E aggiunge: "Per molti di noi il Beato Josemaría è stato veramente un padre. Grazie a lui abbiamo capito che la Chiesa è una famiglia e perciò l’ospitalità è un gesto spontaneo. Sono sicura che sarà per tutti una bellissima esperienza".

Gruppi più numerosi saranno accolti anche da varie strutture che hanno offerto i loro locali: per esempio, più di 12.000 persone alloggeranno in scuole o parrocchie di Roma e del Lazio.