Dichiarazione di mons. Javier Echevarría, Prelato dell'Opus Dei

Dichiarazione di mons. Javier Echevarría per la canonizzazione del Fondatore dell'Opus Dei: "ricorrerò all’intercessione di San Josemaría per chiedere che tutti sperimentiamo la gioia di seguire Cristo nel lavoro quotidiano. Pregherò perché tutti noi cristiani sappiamo portare la luce di Cristo a questo nostro mondo così bisognoso di speranza”.

“Questo è per me il momento di un’emozione difficile da descrivere. Un momento di cui voglio approfittare stando molto unito al Santo Padre, ai miei fratelli nell’episcopato e a tutta la Chiesa. Ho vissuto strettamente in contatto con Josemaría Escrivá per venticinque anni. Ho visto la sua lotta per raggiungere la santità in mille particolari di preghiera, di carità e di allegria cristiana che oggi mi si affollano nella memoria. Mi emoziona considerare che il Papa proclama santo questo figlio fedelissimo che si spese generosamente al servizio della Chiesa e delle anime e per diffondere nel mondo questo stesso amore per la Chiesa.

Canonizzare equivale a dichiarare che la vita di una persona risponde pienamente al «canone» di Cristo. Posso testimoniare che Josemaría Escrivá desiderava vedere Gesù, cercarlo, frequentarlo continuamente. Meditava spesso i suoi trent’anni vissuti a Nazareth, intessuti di lavoro e di convivenza famigliare.

Il fondatore dell’Opus Dei soleva affermare che il nucleo del messaggio che Dio aveva posto nella sua anima era proprio la santificazione del lavoro e della vita ordinaria. Penso che il nuovo santo si rivolge agli uomini e alle donne che lavorano per dire loro: rallegrati, perché lì, nel cuore delle tue giornate poco brillanti, puoi scoprire Cristo; nei giorni festivi e nei giorni feriali in cui non succede niente di speciale. Poiché questa esistenza ordinaria può e deve essere piena dell’amore di Dio, che ci viene sempre incontro.

«Queste crisi mondiali sono crisi di santi», scrisse Josemaría Escrivá. Penso, in effetti, che i problemi attuali reclamano cristiani coerenti, uomini e donne che santifichino la professione, che lavorino con spirito di servizio per costruire fra tutti una società degna dell’uomo, che è figlio di Dio. Il mondo si attende dai cristiani un’autentica rivoluzione, una semina di pace.

Tutto questo panorama implica anche un’avventura: l’avventura di convertirsi, di amare Dio «con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze» e il prossimo come se stessi, nel vivere quotidiano. Domani, quando il Papa pronuncerà in Piazza San Pietro la formula della canonizzazione, pregherò Dio che mi aiuti a convertirmi e ad essere fedele a questa chiamata.

Penso che tutti noi, fedeli della Prelatura, siamo consapevoli della nostra pochezza. Sappiamo di dover cambiare un po’ ogni giorno, con un mutamento spirituale e umano che ci metta in condizioni di corrispondere meglio alla grazia di Dio e ci porti anche a imparare da quanti ci stanno intorno. Il nuovo santo spiegava che noi cristiani andiamo avanti con la forza della grazia e con la fraternità e l’esempio delle persone con cui lavoriamo, con cui conviviamo. Pertanto, con la certezza che tutti abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri, ricorrerò all’intercessione di San Josemaría per chiedere che tutti sperimentiamo la gioia di seguire Cristo nel lavoro quotidiano. Pregherò perché tutti noi cristiani sappiamo portare la luce di Cristo a questo nostro mondo così bisognoso di speranza”.