Dalla crisi possono nascere anche cose buone

Meno clienti e più tempo libero: detto fatto, José María ha aperto a Jaén una mensa sociale. Ha iniziato nel 2009 in una piccola sala e oggi somministra più di 200 pasti al giorno; ha anche un servizio a domicilio per le famiglie che hanno particolari necessità.

Nel 2008 in Spagna la crisi economica cominciava a imperversare. José María se ne accorse lavorando nello studio di architettura e di ingegneria che gestisce a Jaén insieme al cognato. Senza caricare le tinte, dice che ora è divenuto “amministratore del crollo”. I progetti edilizi ormai sono assai scarsi ed è aumentato il tempo libero.

A quel punto si è reso conto che poteva mettere in pratica un desiderio che aveva coltivato nei turbolenti anni ’60, quando studiava architettura a Madrid. In quella tappa della sua vita aveva scoperto la sua vocazione all’Opus Dei e, oltre a compiere gli studi, andò per parecchi anni, con alcuni amici, a dare lezioni serali ai bambini di famiglie povere del quartiere madrileno chiamato ‘Pozzo di zio Raimondo’. “Andavamo a fare visita alle famiglie nei tuguri, famiglie poverissime – ricorda –, davamo lezioni ai bambini cenciosi e camminavamo nel fango”.

Tempo libero e buoni investimenti

Ora José María ha 72 anni. Per quasi mezzo secolo ha esercitato la professione di architetto a Jaén. Il lavoro e la famiglia sono state le sue principali occupazioni. Con la moglie Amalia ha cresciuto otto figli, inclusi “due angioletti che sono già in cielo". Ora sono anche nonni di nove nipoti.

“Andavamo a fare visita alle famiglie nei tuguri, famiglie poverissime – ricorda –, davamo lezioni ai bambini cenciosi e camminavamo nel fango”.

Come se non bastasse, un giorno del periodo iniziale della crisi economica, entrato nella parrocchia di San Rocco per assistere alla Messa, José María guardò con occhi diversi i poveri che chiedevano l’elemosina seduti sulla scalinata d’accesso. “Sentii come un obbligo nuovo – spiega –: Dio mi chiedeva di occuparmi (ora avevo tempo!) di queste persone bisognose. Era come riprendere la mia esperienza di Madrid. Ora mi toccava raccogliere il denaro che permettesse a questi mendicanti di mangiare meglio e di abbandonare l’alcool”.

Quello stesso giorno s’incontrò con il suo amico Paco. Lessero insieme un passo del Vangelo in cui Gesù afferma che dare da mangiare a chi ha fame è lo stesso che dare da mangiare a Lui; poi decisero di comunicare a don Juan, il loro parroco, il desiderio di creare una mensa per i più bisognosi. Cominciarono in un cucinino della stessa parrocchia, ormai in disuso; preparavano e distribuivano panini imbottiti, frullati e spremute a nove persone.

Subito si unì ai promotori del progetto un terzo amico, Jerónimo, ora defunto. Intanto i “clienti” si moltiplicavano. Cominciarono anche ad arrivare i volontari per il servizio ai tavoli in vari turni. In pochi mesi si sparse la voce a Jaén e la cucina-mensa risultò piccola, data l’affluenza delle persone indigenti. “Allora progettammo di creare una grande sala da pranzo al pianterreno della parrocchia. Mi occupai anche di questo come architetto... In questa fase la gestione economica completa era a carico di noi tre, assolutamente indipendente dalla parrocchia; però abbiamo conservato il nome di “Mensa di San Rocco” per rimanere nell’ambito della parrocchia”.

Il Vescovo, Mons. Ramón, attraverso don Fran, il vicario generale, si interessò allora, e continua a interessarsi molto del progetto della nuova sala. In seguito fu fatta una fusione con la Caritas e nel 2009 poterono inaugurarla con 42 posti a sedere.

La generosità dei giovani

“Ho notato che la Provvidenza divina è dappertutto. È un fatto reale”, afferma convinto José María. Il buon andamento della mensa richiede volontari impegnati, soldi per pagare la luce, l’acqua, gli attrezzi della cucina, i frigoriferi e, naturalmente, ogni giorno, le derrate alimentari.

Ora mi toccava raccogliere il denaro che permettesse a questi mendicanti di mangiare meglio e di abbandonare l’alcool

“Abbiamo avuto di tutto – racconta –. Di tutto, ma da distribuire agli altri. Il nostro impegno per cercare soldi e cibo ha trovato risposta per la generosità di molti. E non solo di privati”. José María racconta che la solidarietà dei cittadini di Jaén si attiva di più, se così si può dire, nei periodi di raccolta – come le olive, da novembre a gennaio o febbraio –, perché tutti sanno che la città si riempie di braccianti stagionali e si nota per la città un maggior numero di mendicanti.

Un gran numero di persone dà contributi per la mensa in forma anonima, senza chiedere di figurare. Molte persone della città si lasciano coinvolgere volentieri. “Alcuni pescatori ci regalano pesci anche molto costosi. Alcuni circoli sportivi – aggiunge – ogni tanto organizzano delle gare ciclistiche o di atletica e ci danno il ricavato per l’acquisto di prodotti alimentari”.

Cominciarono in un cucinino della stessa parrocchia, ormai in disuso; preparavano e distribuivano panini imbottiti, frullati e spremute a nove persone.

Circa quattro anni fa si è unita ai promotori una volontaria che gestiva un ristorante e che aveva una lunga esperienza di catering. Adottarono questo servizio, unendolo a quello di sala, e così cominciarono a distribuire i pasti a un pubblico che era stato trascurato: le famiglie numerose con bambini piccoli e le persone anziane che non possono andare alla mensa.

Il servizio di catering per le famiglie numerose

Il programma giornaliero comprende, la mattina, la preparazione dei pasti del giorno, quelli da portar via e quelli da consumare in loco. Poi, nel pomeriggio, a partire dalle 17,00 tocca al servizio diretto: prima è il turno dei pasti a domicilio, o catering (una o due persone per famiglia vengono a ritirare le porzioni da portare via e consumare a casa); poi, a partire dalle 19,00 si prepara la cena da servire ai tavoli.

All’approvvigionamento dei prodotti necessari alla mensa collaborano molti enti, tra i quali il Banco Alimentare di Jaén. Sta assumendo grande importanza anche l’aiuto di varie catene di supermercati. Una di esse fornisce il mezzo per il catering. Tutte regalano i prodotti alimentari deperibili in scadenza. Li consegnano in buono stato 3 o 4 giorni prima della scadenza e nella mensa di San Rocco si consumano in giornata. “I supermercati si disfanno di una cosa che darebbe ancora qualche utile, ma che alla fine obbligherebbe a sprecare del cibo. Dandolo a noi – dice José María – evitano lo spreco e a noi prestano un servizio essenziale. Mi sembra un bel gesto di responsabilità non gettar via i prodotti alimentari, come afferma Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’.

In pochi mesi si sparse la voce a Jaén e la cucina-mensa risultò piccola, data l’affluenza delle persone indigenti.

Per ottenere i finanziamenti, tre assidui collaboratori della mensa si sono rivolti all’Unione Europea e a varie banche. Una banca ha regalato le carte di credito per fare acquisti in una catena di supermercati molto nota in città. Un’altra ha concesso un secondo premio, di varie migliaia di euro, per il “Progetto Bambino”, con il quale arrivare a un nuovo pubblico. Si tratta di una iniziativa per nutrire bene i bambini di 2-3 anni che frequentano la mensa con i loro genitori e per i quali, naturalmente, non è adatto il cibo per adulti. Il premio ha dato la possibilità di comprare e cucinare alimenti più adatti a loro.

Arrivare a più persone bisognose

Oggi alla mensa si servono 220 pasti al giorno, sommando quelli consumati sul posto e gli altri portati a casa. Ne occorrerebbero di più? “ Alcune persone buone – risponde – ci hanno offerto un nuovo spazio per arrivare ad altri poveri. Lo abbiamo studiato ma alla fine abbiamo rinunciato perché non sembra praticabile. Si tratta di un capannone alla periferia di Jaén; è vero che è più grande ma molti avrebbero difficoltà ad andare a piedi fin là. Dove stiamo ora, ci troviamo meglio, anche se per la strada si formano le code, in attesa del pasto del giorno, che – diciamolo per inciso – viene cucinato con molta cura”.

Oggi alla mensa si servono 220 pasti al giorno, sommando quelli consumati sul posto e gli altri portati a casa.

Anche se il salone da pranzo di San Rocco non è molto grande, da poco tempo ha dato due germogli. “L’iniziativa di due nuove sale da pranzo proviene da alcuni volontari che si sono formati con noi. Hanno utilizzato i canali per ottenere i finanziamenti e i prodotti alimentari, e da poco tempo hanno aperto una nuova mensa a Jaén e un’altra a Linares”, spiega José María. La Caritas ha fornito le attrezzature. Benché siano piccole, tutto indica che, fino a quando la situazione economica non migliora, i “clienti” aumenteranno...

Il fatto è che a Jaén non mancano le persone bisognose: alcune sono i poveri permanenti o quasi; poi ci sono i contadini stagionali, ma anche altre persone di passaggio che appaiono e improvvisamente spariscono, perché la loro vita consiste nel passare da una città a un’altra in cerca di lavoro.

Con il trascorrere degli anni, e grazie all’appoggio dei mezzi di comunicazione, la mensa di San Rocco è oggi molto conosciuta a Jaén. Ha ricevuto, fra l’altro, il premio “Jiennenses dell’anno 2012”, un riconoscimento prestigioso indetto ogni anno dal Giornale di Jaén. L’anno passato, invece, ha ottenuto una “stella” della Cassa di Risparmio, come riconoscimento del lavoro sociale compiuto. José María gradisce molto questi premi. Sono la prova che il suo sogno “non era campato in aria” e “sono un piccolo passo avanti per coloro che, ogni pomeriggio, fanno la coda davanti la nostra porta”.