"La famiglia è il sogno di Dio per la salvezza dell'umanità"

“Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Lo ha affermato Papa Francesco nel suo discorso al Tribunale della Rota Romana, il 22 gennaio. Anche il card. Bagnasco ha parlato di famiglia aprendo il Consiglio Permanente della Cei il 25 gennaio. Di seguito vi offriamo le due sintesi e i link ai testi completi.

Qui il testo completo del discorso del Santo Padre

Qui il testo completo del discorso del card. Bagnasco

Il Papa alla Rota Romana

Francesco parla e nelle sue parole si coglie l’eco degli ultimi due Sinodi. Incontrare la Rota Romana è sempre occasione per verificare il lavoro di quello che viene considerato – lo affermò già Pio XII – come “il Tribunale della famiglia”.

Nessuna confusione
Il Papa rilancia questa prerogativa storica agganciandola al magistero più recente messo a fuoco dalla Chiesa sul tema famiglia, ribadendo una certezza che non è mutata:

“Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”.

Tribunale di misericordia e verità
Messo nella giusta luce l’orizzonte, Francesco passa a valutare alcuni aspetti del panorama. “Complementare” all’essere Tribunale della famiglia è per la Rota Romana l’essere, dice, “Tribunale della verità del vincolo sacro”. Alla Chiesa, afferma, spetta il mostrare tanto l’“amore misericordioso di Dio verso le famiglie, in particolare quelle ferite dal peccato e dalle prove della vita”, quanto proclamare “l’irrinunciabile verità del matrimonio secondo il disegno di Dio”, anzi – ripete con una sua espressione – “il sogno di Dio”. Quello che attribuisce al matrimonio “la missione di trasmettere la vita e l’amore vicendevole e legittimo dell’uomo e della donna”, chiamati “a completarsi vicendevolmente in una donazione reciproca non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale”:

“La famiglia e la Chiesa, su piani diversi, concorrono ad accompagnare l’essere umano verso il fine della sua esistenza. E lo fanno certamente con gli insegnamenti che trasmettono, ma anche con la loro stessa natura di comunità di amore e di vita. Infatti, se la famiglia si può ben dire ‘chiesa domestica’, alla Chiesa si applica giustamente il titolo di famiglia di Dio. Pertanto ‘lo “spirito famigliare’ è una carta costituzionale per la Chiesa: così il cristianesimo deve apparire, e così deve essere”.

Fare attenzione
Certo, riconosce a più riprese il Papa, accanto a cristiani dalla fede “forte” e “formata alla carità” ve ne sono altri che l’hanno invece “debole”, “trascurata”, “dimenticata”. Tuttavia, sostiene, “la qualità della fede non è condizione essenziale del consenso matrimoniale, che, secondo la dottrina di sempre, può essere minato solo a livello naturale”. E questo, in sede di iter processuale, va ben considerato:

“Le mancanze della formazione nella fede e anche l’errore circa l’unità, l’indissolubilità e la dignità sacramentale del matrimonio viziano il consenso matrimoniale soltanto se determinano la volontà (cfr CIC, can. 1099). Proprio per questo gli errori che riguardano la sacramentalità del matrimonio devono essere valutati molto attentamente”.

“Nuovo catecumenato”
Questo perché, sottolinea Francesco, la grazia del Battesimo “continua ad avere influsso misterioso nell’anima, anche quando la fede non è stata sviluppata e psicologicamente sembra essere assente” e dunque “non è raro”, osserva, che i futuri sposi, pur avendo al momento delle nozze “una coscienza limitata della pienezza del progetto di Dio”, nella successiva vita di famiglia “scoprano tutto ciò che Dio Creatore e Redentore ha stabilito per loro”. Per questo, conclude il Papa, la Chiesa “con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità”…

“…non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. E perciò, a maggior ragione, l’urgenza pastorale, che coinvolge tutte le strutture della Chiesa, spinge a convergere verso un comune intento ordinato alla preparazione adeguata al matrimonio, in una sorta di nuovo catecumenato - sottolineo questo: in una sorta di nuovo catecumenato - tanto auspicato da alcuni Padri Sinodali”.


Il card. Bagnasco al consiglio permanente

"I Vescovi sono uniti e compatti nel condividere le difficoltà e le prove della famiglia e nel riaffermarne la bellezza, la centralità e l’unicità: insinuare contrapposizioni e divisioni significa non amare né la Chiesa né la famiglia”.
Il Card. Angelo Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio Permanente (Roma, 25-27 gennaio) con una prolusione nella quale si sofferma sulle condizioni economiche e sociali del Paese, sognato “a dimensione familiare”: "dove il rispetto per tutti sia stile di vita, e i diritti di ciascuno vengano garantiti su piani diversi secondo giustizia”.
Tra i temi affrontati, la situazione dei migranti (“La persistenza dei viaggi della disperazione e delle atrocità che si continuano a perpetrare contro i cristiani e le altre minoranze religiose ed etniche, non deve provocare l’assuefazione nell’opinione pubblica mondiale”, ha detto, denunciando “una singolare differenza di reazione emotiva e politica rispetto a morti e vittime, quasi che la loro dignità dipendesse da classi o caste diverse a seconda dei Paesi di provenienza”) e la condizione di povertà che attanaglia anche tante famiglie italiane (“Vediamo una contrazione preoccupante a diversi livelli, con indigenti di ogni tipo“), a fronte dell’ “umiliazione di giovani che bussano invano alla porta del lavoro e, quindi, non riescono a farsi una famiglia” e di “adulti che, dopo aver perso l’occupazione, da anni resistono grazie a lavori occasionali o alla provvidenza dei nonni”.
Accanto al richiamo sereno e chiaro per la tutela della famiglia (“Auspichiamo che nella coscienza collettiva mai venga meno l’identità propria e unica di questo istituto che, in quanto – come dice il Santo Padre – soggetto titolare di diritti inviolabili, trova la sua legittimazione nella natura umana e non nel riconoscimento dello Stato. Essa non è, quindi, per la società e per lo Stato, bensì la società e lo Stato sono per la famiglia”), la valorizzazione del Convegno ecclesiale di Firenze e delle proposte per l’Anno Santo della Misericordia.

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