La morale e l’etica sotto il sole: a Roma un’estate diversa

Nella Pontificia Università della Santa Croce, il Centro di Ricerca “Markets, Culture and Ethics” si propone di avvicinare la filosofia e l’etica cristiana alla realtà sociale. Dal 21 al 27 settembre organizza a Roma un Corso estivo per studenti di scienze sociali.

La MCE Summer School propone una settimana di immersione in teologia morale ed etica nella capitale del cristianesimo. La sapienza dell’etica e la luce della fede cristiana offrono una concezione dell’uomo che va al di là di una semplice comprensione tecnica, economica o giuridica. L’obiettivo di questo Corso estivo è quello di offrire un’occasione perché la fede e la ragione riescano a dialogare allo scopo di servire gli altri e, a loro volta, possano servire la cultura e la società contemporanea.

La MCE Summer School sarà impartita dal prof. Robert Gahl, docente di Etica applicata della Pontificia Università della Santa Croce, e dal prof. Martin Schlag, docente di Teologia morale e Direttore accademico del Centro di Ricerca MCE. Tutte le lezioni saranno in inglese.

Oltre alle venti ore di lezione, sono previste visite ai luoghi storici e altre attività – come cineforum o incontri con personaggi della vita culturale – nella città di Roma. Il corso, in combinazione con le attività esterne, vuole offrire agli studenti un’esperienza di trasformazione, sfidando i loro punti di vista e invitandoli a riflettere sulla loro attività professionale.

Tutte le informazioni e il programma completo sono disponibili nel sito web: mcesummerschool.com

Fare eco a Papa Francesco

Con questa iniziativa s’intende accogliere il messaggio sociale di Papa Francesco, che nella sua Esortazione Apostolica sulla gioia di proclamare il Vangelo nel mondo di oggi – Evangelii Gaudium – ha scritto: “Questo non è un documento sociale, e per riflettere su quelle varie tematiche disponiamo di uno strumento molto adeguato nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, il cui uso e studio raccomando vivamente. Inoltre, né il Papa né la Chiesa posseggono il monopolio dell’interpretazione della realtà sociale o della proposta di soluzioni per i problemi contemporanei” (EG 184).

Tuttavia, ha anche affermato che la religione non si può limitare alla vita privata e che i pastori della Chiesa, e i cristiani in generale, “hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano” (EG 182). La conversione cristiana richiede anche un ripensamento sul proprio coinvolgimento e le proprie inquietudini sociali.

Gli studenti di scienze sociali, giurisprudenza, economia, comunicazione sociale, tra gli altri, si specializzano sugli aspetti della vita sociale che sono di grande importanza per il futuro della società. Studiano le azioni individuali che, nella rete delle relazioni, formano e configurano la nostra vita comune nella società. Contemporaneamente, per la tendenza a una eccessiva specializzazione, corrono il rischio di chiudersi in se stessi e perdere la visione globale che sta nel cuore delle scienze sociali.

La fede cristiana ha una dimensione pubblica e sociale; non può limitarsi alla vita privata. Avendo ricevuto il battesimo, ogni cristiano partecipa a una triplice vocazione o missione: sacerdotale, pastorale e profetica (cfr. LG 10-12). La missione profetica, in particolare, è essenziale alla fede biblica: nel nome di Dio, gli uomini e le donne sono chiamati a proclamare la verità e la giustizia piuttosto che la menzogna (l’informazione erronea), l’ingiustizia e l’oppressione; se lo fanno, si oppongono all’abuso di potere, sia politico che economico.

“Una fede autentica – che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra. Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità. La terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli. Sebbene «il giusto ordine della società e dello Stato sia il compito principale della politica », la Chiesa « non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia » (DCE 28). Tutti i cristiani, anche i Pastori, sono chiamati a preoccuparsi della costruzione di un mondo migliore. Di questo si tratta, perché il pensiero sociale della Chiesa è in primo luogo positivo e propositivo, orienta un’azione trasformatrice, e in questo senso non cessa di essere un segno di speranza che sgorga dal cuore pieno d’amore di Gesù Cristo” (EG 183).