La passione di san Josemaría per il bene della famiglia

Grazia Berra Dal Corso ha conosciuto l'Opus Dei nel 1986. Non è stato un incontro nato da lezioni dottrinali o durante qualche evento, ma è avvenuto attraverso la famiglia di una amica dove, nella semplicità di tutti i giorni, incontrò lo spirito di san Josemaría.

San Josemaría incontra una famiglia

Ho conosciuto l’Opus Dei nel 1986, e quell’incontro resta fisso nella mia mente come un quadro appeso alla parete. Fu una mia cara amica, tale ancora adesso, a parlarmene. Lo fece senza lezioni dottrinali, ma attraverso la sua famiglia, dove incrociai, nella semplicità della vita di tutti i giorni, lo spirito di san Josemaría.

Fui conquistata dal clima di quella famiglia ‘normale’ unita, dove c’erano anche screzi, differenze, ma dove ci si preoccupava di dare sapore alle giornate con un affetto, fatto di sacrificio reciproco, che vidi come il tesoro incomparabile che è: la capacità di preoccuparsi sempre gli uni per altri, in uno scambio di dono e perdono che illuminava quella casa. Non mi parlò di carità, me la fece toccare in lei, nel marito e nei loro figli.

Volevo la stessa cosa per la mia famiglia, ma, in un primo momento pensai che fossero solo fortunati.

Poi conobbi le scuole di Verona, gestite da persone dell'Opus Dei e dai genitori stessi, e fu amore a prima vista, un amore che dura ancora. Perché erano, esse stesse, una famiglia di famiglie.

Fui accolta da qualcosa che, ripensandoci ora, posso descrivere solo come un ‘centrifugato’ di energia e di passione: passione educativa, passione per il futuro dei ragazzi, passione per il bene della famiglia.

E la mia vita cambiò.

Lessi gli scritti di san Josemaría, compresi che non potevo costruire nulla, non potevo “lasciare traccia” conducendo una doppia vita, compresi, per dirla con le sue parole, che non poteva esserci «da una parte la vita interiore, la vita di relazione con Dio; dall'altra, come una cosa diversa e separata, la vita familiare, professionale e sociale». Compresi che «vi è una sola vita, fatta di carne e di spirito, ed è questa che deve essere - nell'anima e nel corpo - santa e piena di Dio».

Avevo ricevuto un dono inestimabile, Dio aveva sollevato, almeno un po’, la tendina che mi impediva di vedere la realtà del suo amore e di quello che avrei potuto realizzare. Parlai a mio marito di quanto mi stava accadendo e ci mettemmo insieme su un cammino che non abbiamo più lasciato.

Ci accodammo a chi, a scuola, ci aveva accolto con garbo e delicatezza indicandoci la strada da percorrere, e tutto ebbe inizio.

La famiglia si costruisce sul dono reciproco di marito e moglie e si allarga al dono dei figli e a noi, allora quarantenni, arrivò il regalo di altre due figlie.

Avevamo imparato ad aprire il cuore ed imparammo anche ad aprire le porte di casa nostra, cercando di vivere lo spirito dell’Opus Dei andando oltre la misura di ciò che è funzionale e i miei ricordi sono solo felici.

Certamente il tempo non ci ha regalato sempre momenti facili.

Ci sono stati rovesci finanziari, il mio tumore, inciampi con i figli, ma abbiamo sempre cercato di tenerci per mano, sapendo che nella stretta delle nostre mani i figli si sarebbero sentiti sicuri e la nostra famiglia avrebbe ricalcato i passi di quella prima famiglia dell’Opus Dei che mi aveva conquistato.

Abbiamo cercato, grazie all’aiuto di san Josemaría , di guardare oltre lo spazio e oltre il tempo, aiutando i nostri figli a non perdersi mai d’animo, aspettando il loro ritorno se imboccavano piste accidentate, e, pur tremando, abbiamo cercato di non interrompere mai il flusso della fiducia, educandoli alla libertà e dando loro la certezza che tornare a casa era sempre una buona idea.

Ogni istante della nostra vita in questi ultimi trent’anni è stata piena di allegria. Una volta una cara amica mi disse che è più ‘potente’ una mamma allegra di una mamma che dà consigli giusti. E così mi tolsi anche l’ultima corazza, quella della madre sempre efficiente, che sta ‘sul pezzo’ dalla mattina alla sera e mostrai ai miei figli che anch’io avevo voglia di divertirmi, che sapevo ridere e che sapevo farlo soprattutto con loro.

E’ sempre stato tutto facile? Direi di no.

Ma è stato entusiasmante. Nel vero senso di questa parola: Dio con noi.

Ora i nostri figli sono grandi, due di loro sposati e le più giovani hanno finalmente individuato la loro strada. Grazie all’intercessione di san Josemaría, hanno tutti trovato anche la ‘vera’ strada di casa. Li vedo lottare, porsi domande, a volte soffrire e molto, ma loro hanno imparato che si sale sempre, che la realtà esige passione, che gli ostacoli si saltano e io non ho paura.

Un po’ la mia vita mi commuove, forse perché ritengo come è accaduto a molti, di essere stata presa al ‘volo’ da Nostro Signore e lo ringrazio ogni giorno che l’amo sia stato san Josemaría e poi il caro don Álvaro del Portillo e tutti i membri dell’Opus Dei che ho incontrato e si sono chinati su di me e sulla mia famiglia.

La vera domanda è: riuscirò a restituire tanto bene?