L’avventura dell’adozione

Pubblichiamo un estratto del libro "La fatica e la gioia" (Edizioni Cantagalli) in cui Arturo Cattaneo, Alessandro Cristofari e Gioia Palmieri raccontano 47 storie di matrimoni e vita familiare. Noi abbiamo scelto la storia di Maurizio e Susanna, due soprannumerari dell'Opus Dei che hanno deciso di adottare 3 bambini.

Maurizio (1968) è impiegato e sua moglie Susanna (1972) è coordinatrice didattica in una scuola dell’infanzia e in un asilo nido. Si sono sposati nel gennaio del 1999. Durante il periodo di fidanzamento il loro progetto di matrimonio viene ostacolato da una visita medica che fa scoprire ai due di non poter avere figli; ma decidono di sposarsi comunque e intraprenderanno l’avventura dell’adozione. Con fatica e tanta gioia arriveranno ad adottare non uno, non due, ma tre bambini.

Il libro verrà presentato a Roma venerdì 20 novembre 2015, alle ore 20.45 nella Sala Conferenze dell’Associazione ICEF (Viale delle Belle Arti, 8) e a Milano lunedì 23 novembre, alle 20.30, nel Teatro delle scuole FAES (Via Giovanni Antonio Amadeo, 11). Oltre agli autori saranno presenti mons. Vincenzo Paglia a Roma e Ferruccio de Bortoli a Milano.

«Verresti con me ad un corso di ballo latino-americano?» Maurizio finalmente riesce a strappare un sì a Susanna dopo aver provato con proposte di vario tipo e iniziano ad uscire per un po’ tutti i venerdì sera per frequentare il corso. Si sono visti spesso nel quartiere ma mai conosciuti né frequentati. Qualche anno prima Maurizio decide di andare a vivere a Londra e vi rimane per un anno; alla fine della sua permanenza, mentre è in fila per chiudere il conto in banca, voltandosi vede Susanna che – al contrario – era appena arrivata a Londra e doveva aprirlo. Si riconoscono in una città straniera, volti conosciuti sempre intravisti camminando sul marciapiede o alla fermata dell’autobus. Qui, a Londra, per la prima volta si presentano e si parlano… un caffè insieme e poi ognuno riprende la sua strada. Rientrati entrambi in Italia si incontrano ancora prima per caso, poi Maurizio prende l’iniziativa, chiede il numero di telefono a Susanna e la invita prima ad un film in lingua originale, poi a teatro… ma lei declina sempre l’invito fino ad accettare la proposta di ballo: troppo allettante e divertente! Del resto lei non immagina che proprio Maurizio potrebbe essere la persona giusta, così diverso dal ragazzo che si è sempre immaginata e sognata. Ballare è divertente e – nonostante siano entrambi due frane – ogni serata insieme è piacevole e rilassante. Sì, proprio questo capisce Susanna… con Maurizio si rilassa, è se stessa e non deve dimostrare niente di speciale ma essere così come è. Lui ha ormai quasi 28 anni e lei è alla soglia dei 24. Iniziano così a frequentarsi assiduamente come amici per oltre un anno, ognuno ha la sua vita senza alcun vincolo né impegno con l’altro ma in certi momenti si cercano per confidarsi, divertirsi… insomma, stare insieme sempre e solo come amici (anche se Maurizio spererebbe in qualcosa di più). Passano i mesi e, invitati al matrimonio di Claudio e Francesca, due amici davvero speciali, iniziano a ballare e Susanna capisce che sta mettendo barriere ad un sentimento di cui ha paura. Percepisce che se inizia una storia con Maurizio stavolta è una cosa seria e ne ha la prova quando lui, inseguendola all’uscita si dichiara apertamente chiedendola direttamente in sposa.

Il fidanzamento è breve e talvolta difficile soprattutto quando giungono per alcuni esami alla consapevolezza che non avrebbero potuto avere figli. «In quei momenti di dolore ci siamo appoggiati a Gesù, ne abbiamo parlato con lui e abbiamo compreso che la nostra apertura alla vita così come la sacralità del loro matrimonio non poteva essere resa valida solo dall’arrivo di figli: la nostra unione e il nostro amore deve andare al di là della fecondità; non escluderla ma superarla». Ma come? «Escludendo già dall’inizio qualsiasi intervento di fecondazione artificiale che forzi la naturale gravidanza abbiamo deciso di renderci disponibili all’adozione». I loro figli, se arriveranno, lo saranno per adozione e non per generazione: con questa consapevolezza rispondono «sì» alla domanda di Padre Giovanni, che celebra il rito del loro matrimonio: «Promettete di accettare i figli che Dio vorrà donarvi?».È il 16 gennaio 1999: Susanna ha 26 anni e Maurizio 30. La disponibilità all’adozione può essere presentata al Tribunale dei Minori dopo tre anni di matrimonio, ed è il 17 gennaio 2002 quando entrambi si recano in Tribunale a Milano per consegnare tutti i documenti che li dichiarano disponibili all’adozione nazionale ed internazionale. L’iter prevede colloqui con assistenti sociali e psicologi per permettere ai coniugi di maturare meglio la propria disponibilità e per conoscere le diverse realtà dei bambini che attendono di essere adottati. L’incontro con i servizi sociali è sereno e molto arricchente: «Ci siamo sentiti accompagnati in questa crescita personale e famigliare. Non è mancata la preghiera quotidiana perché fosse il Signore a decidere se e da dove sarebbe arrivato nostro figlio. Lui sapeva di più, conosceva tutti e tre e ci aveva pensato insieme da sempre».

È il 6 ottobre quando si recano a Roma con i loro amici Francesca e Claudio (che hanno intrapreso nel frattempo anche loro il percorso per adottare) in occasione della canonizzazione di san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, cui sono devoti. Qualche mese prima erano stati convocati dal Tribunale di Milano che aveva ricevuto la relazione dei servizi sociali ed il 22 novembre ricevono il decreto di idoneità… in pratica il test di gravidanza risulta positivo. Inizia la ricerca di un ente autorizzato cui dare il mandato per l’adozione internazionale ed affidare la propria disponibilità e – dopo averlo trovato – iniziano a preparare la documentazione per la Colombia: la richiesta dei documenti varia da paese a paese ma sono sempre numerosi e lunghi da preparare. Mentre la documentazione è in corso ricevono una telefonata: è martedì 28 gennaio 2003!

Una voce femminile, gentile e decisa allo stesso tempo li invita a presentarsi al Tribunale dei Minori, così, perché lei – giudice onorario – possa conoscere di più questa coppia. Stupiti ed emozionati il giorno dopo si recano all’appuntamento: un lungo colloquio col giudice ed un’altra giovane donna al termine del quale si salutano nella speranza (almeno dei giovani sposi) di rivedersi presto.

Il giorno dopo Susanna parte per la Svizzera a causa di motivi professionali e appena varcato il confine riceve la telefonata di Maurizio: «Devi rientrare perché domani vengono a vedere la casa!». Susanna piange di commozione: sa che se vengono a vedere la casa c’è un bimbo in attesa. Anche i suoi genitori e suo fratello Carlo, con i quali era in macchina sono visibilmente commossi. Dopo l’incontro in casa viene dato un ulteriore appuntamento a Susanna e Maurizio: al Tribunale il lunedì successivo, con l’auto! «È stato il weekend più lungo della nostra vita» dice Susanna, «ormai sapevamo che presto saremmo diventati genitori, ma di chi? Maschio o femmina? Quanti anni aveva? Il desiderio era forte ma anche il timore: stava per cambiare la nostra vita! La preghiera ci ha accompagnati e si faceva più intensa: Signore, Tu sai!». Finalmente lunedì 3 febbraio arrivano in Tribunale e il giudice, alzandosi in piedi, si congratula con i nuovi genitori: «C’è una bellissima bambina, si chiama Eleonora, vi sta aspettando! È nata il 9 gennaio». Così piccola? Il 9 gennaio! Subito realizzano che è lo stesso giorno della nascita di san Josemaría! Maurizio piange, non riesce a trattenere le lacrime per una gioia così grande. Per Susanna invece l’emozione è tanto forte da farla restare immobile, quasi stordita da questo nuovo evento meraviglioso: fino a ieri moglie, da oggi moglie e mamma! L’incontro con Eleonora è così intenso da non poterlo descrivere: lei è una meraviglia e da adesso impareranno a crescere insieme tutti e tre… Loro vivranno con lei la loro genitorialità e lei imparerà ad essere figlia. Che dono l’adozione: ci si adotta a vicenda ed è un privilegio. Susanna e Maurizio realizzano che la loro sterilità è feconda, che a lei dovevano arrivare e ringraziano il Signore per il “dono” della sterilità fisica che li ha resi genitori di Eleonora. «Sì, la sterilità può essere un dono! Pare assurdo, ma chi ha la gioia di essere genitore per adozione come scelta conseguente ad una sterilità biologica può testimoniarlo!». Eleonora cresce, così come Maurizio e Susanna, che dopo qualche tempo pensano che la loro famiglia possa aprirsi all’accoglienza di un altro figlio. Ricomincia perciò il percorso di adozione, questa volta con altri servizi sociali e presso un nuovo Tribunale, quello di Brescia, poiché nel 2004 da Milano si sono trasferiti in un paese in provincia di Bergamo.

Siamo a settembre 2005 e il decreto di idoneità viene ricevuto dai Larghi a gennaio 2007. Dopo aver visto alcuni enti, i coniugi decidono di dare mandato ad un ente che li accompagnerà in Vietnam: l’attesa è breve… a maggio dello stesso anno vengono chiamati dall’ente. Stavolta il fiocco è azzurro: Huy, un bimbo di 13 mesi, li sta aspettando dall’altra parte del mondo! Il viaggio per poterlo conoscere ed abbracciare è più lungo del previsto: finalmente a novembre possono partire! Partono tutti e tre e torneranno in quattro. Il 9 novembre partono da Hanoi con il pullmino, accompagnati dall’interprete e raggiungono dopo due ore di viaggio l’istituto dove c’è il piccolo Huy. L’incontro è breve, intenso, Huy piange: non li conosce ed è spaventato… solo Eleonora riesce ad avvicinarsi. Susanna lo tiene in braccio e sente su di sé tutte le sue paure. Si lasciano così dopo mezz’ora tra le lacrime in attesa di rivedersi il 15 novembre, giorno della cerimonia ufficiale. È questo il giorno in cui i genitori adottivi diventano definitivamente tali: le autorità sono riuscite a raggiungere la famiglia d’origine di Huy perché possa esserci un incontro tra le due famiglie. Per tutti ma soprattutto per Susanna – e probabilmente per la mamma biologica di Huy – questo è il giorno più toccante, intenso, forte di tutta una vita. Da madre a madre, un abbraccio e uno sguardo che solo due madri possono vivere: Susanna capisce che un’altra donna sta affidando suo figlio alle sue cure, al suo amore. La sua maternità è arrivata a metterlo al mondo, a tenerlo con sé pochi mesi per poi realizzare che non può, non ce la fa, per tanti motivi e ha bisogno di un’altra donna che possa essere madre di suo figlio. Quante parole in uno sguardo! Che intesa tra madri che nessuno al di fuori di loro due potrà comprendere! Il Vietnam è una terra meravigliosa, la terra di Huy, la terra del loro secondo figlio, la terra che entrerà a far parte di Susanna e di Maurizio, di tutta la famiglia.

Inizia la vita a quattro: dapprima non è facile, l’equilibrio famigliare deve essere ritrovato così come accade in ogni famiglia quando c’è un nuovo arrivato. Diventare una famiglia per Susanna e Maurizio non è scontato: un mattone alla volta, una scoperta alla volta… diventano genitori giorno dopo giorno. Huy diventa figlio piano piano, con profondità e affidamento alle cure di mamma e papà. Eleonora diventa sorella, con le gioie e i fastidi che questo comporta! I bambini crescono e Susanna e Maurizio maturano ancora una volta il desiderio di genitorialità. Un terzo figlio: non è scontato! «Abbiamo due braccia, due mani per curare, perciò un figlio in più potrebbe essere gravoso per Eleonora e Huy». Tanto desiderio ma anche tante perplessità. Ancora una volta si affidano ai servizi sociali: stavolta sono in quattro a sostenere gli incontri. Insieme sognano e, con i bambini già grandicelli (Eleonora ha 8 anni e Huy 5) si cerca di pesare i pro e i contro dell’arrivo di un fratellino. La preghiera al Signore è intensa: solo lui può sapere davvero se la disponibilità di Susanna e Maurizio è un bene o meno per la famiglia.

La famiglia al completo

La responsabilità ed il primo pensiero è per i figli che sono stati affidati loro, Eleonora e Huy. «Se non deve essere, che non sia, Signore». Invece, quasi inaspettatamente, il 23 dicembre 2011 il Tribunale di Brescia, dopo aver ricevuto la relazione della psicologa e dell’assistente sociale, fa recapitare a casa Larghi il terzo decreto di idoneità. Che gioia! Stavolta la scelta cade su un ente che li condurrà in un altro paese lontano: l’Etiopia! L’attesa è molto lunga e pesante. Solo a novembre 2014 arriva la telefonata che informa gli sposi che proprio in Etiopia, al confine con il Sud Sudan c’è un altro pezzo di famiglia: un maschietto, di 5 anni! Gioia e allo stesso tempo preoccupazione: il loro terzo figlio arriverà già grandicello, con una storia che gli appartiene e che non sarà semplice ricostruire, poiché in Etiopia le notizie sono frammentarie e non sempre affidabili! I due coniugi si domandano allora «Che fatiche farà? Come reagiranno Eleonora e Huy? Saremo in grado di accompagnarlo come ha bisogno? E la lingua? Come sarà l’incontro? Quando si aspetta un figlio si immagina come sarà, a chi somiglierà, c’è trepidazione e curiosità. Così è quando si attende un figlio in adozione… tante domande ma diverse e a cui solo il tempo sarà in grado di dare risposta. Un tempo lungo, chi decide di adottare sa che l’attesa non sarà di 9 mesi ma molto di più, ma attendere vale la pena per essere famiglia, per diventare famiglia del mondo!». E l’attesa continua… poiché ad oggi (aprile 2015) Susanna, Maurizio, Eleonora e Huy stanno ancora attendendo di abbracciare un’altra parte di famiglia che li attende in Etiopia.