Potenza della fiducia: san Josemaría e la missione della donna

Nelle parole della teologa Jutta Burggraf, che fu docente dell’Università di Navarra fino alla sua morte nel 2010, il contributo dato da San Josemaría al riconoscimento della missione delle donne nella società.

“Quale ‘immagine della donna’ aveva san Josemaría? – si è domandata la Burggraf. Questo sacerdote semplice e sorridente, che la maggioranza di noi conosce soltanto attraverso le fotografie, è stato un pioniere della dignità e dell’emancipazione delle donne in tutto il mondo”.

In base ad alcuni testi del sacerdote, la professoressa Burggraf ha esposto davanti a 300 persone una serie di considerazioni sull’identico valore dei sessi, sulla dignità di ogni persona, sulla crescita professionale della donna, sul valore del lavoro fra le mura domestiche, sulla cultura della fiducia, sulla liberazione cristiana, ecc.

“Non è stata la rivoluzione femminista a convincere questo sacerdote del valore identico dei sessi – ha affermato la Burggraf -. San Josemaría, dotato di una mente aperta e di una fede viva e profonda, aveva capito fin da giovane che l’uomo e la donna hanno esattamente la stessa dignità. Entrambi sono intelligenti e liberi; a entrambi è stato affidato il compito di coltivare la terra ed entrambi posseggono una esclusiva relazione diretta con Dio. Era solito dire: «Nessuno prevale sull’altro, nessuno! Non voglio far altro che dare un aiuto, attraverso le vie dello spirito, alla libertà e alla dignità di ogni persona. Questo è il mio sogno»”.

In tutti i percorsi professionali

“Per Escrivá questo era un concetto chiaro, in tempi nei quali nella società europea dalle donne tutt’al più si aspettava che sorridessero agli uomini, suonassero il pianoforte, lavorassero all’uncinetto e imparassero il Catechismo. Quando il giovane Josemaría studiava Diritto all’Università di Saragozza (1923-1927), probabilmente non c’era nessuna ragazza fra i suoi colleghi di corso; e quando Dio, nel 1930, gli fece vedere che sarebbe stato conveniente ammettere anche le donne nell’Opus Dei, in Spagna non esisteva ancora il suffragio delle donne, come del resto in Francia, in Italia, in Svizzera e in molti altri Paesi”.

“Invece Josemaría Escrivá – ha detto ancora la conferenziera – si è adoperato per affrancare le donne dal ruolo secondario loro assegnato, contribuendo così in modo positivo a un mondo più giusto e gradevole. Vedeva le donne in tutti i percorsi professionali, in ogni punto cruciale del lavoro, e non solo nel lavoro di casa. Il fondatore dell’Opera si aspettava che esse prendessero davvero sul serio la propria vita professionale, le incoraggiava ad accettare responsabilità di grande rilievo e incarichi difficili da svolgere: non per “distinguersi” personalmente, ma per servire di più e meglio, per amare in modo efficace”

La professoressa Burggraf ha anche spiegato che Josemaría Escrivá era consapevole dei valori che nella donna erano più sviluppati. “Gli uomini e le donne, pur condividendo tutto l’essenziale della comune natura umana, in certi casi hanno sensibilità e necessità diverse: hanno una diversa percezione del mondo; sentono, programmano e reagiscono in maniera disuguale, cosa evidente per chiunque. In tal senso, Josemaría affermava che la donna è chiamata ad apportare nella famiglia, nella società civile, nella Chiesa, qualcosa che le è caratteristica, che le è propria e che solo essa può dare: la sua tenerezza delicata, la sua generosità senza limiti, il suo amore per la concretezza, l’acutezza d’ingegno, la capacità d’intuizione... Escrivá stimolava le donne ad affermare coscientemente e decisamente la loro diversità: a scoprire, accettare e sviluppare i propri talenti”.

In casa e fuori casa

Circa il lavoro in casa, la conferenziera ha spiegato che “Josemaría era ben lontano dal consigliare a tutte le donne di fare ritorno alla ‘dolce casa’; voleva invece che tutte le persone avessero la possibilità di fare liberamente, e con una certa disinvoltura, ciò che credono sia giusto. Su questa linea, insegnava che i lavori domestici possono aiutare a sviluppare, in modo particolare, la capacità di darsi da fare, liberamente, per gli altri. Così, questo lavoro, apparentemente tanto monotono, può essere la fonte segreta della felicità e dell’efficacia di un’intera famiglia”.

Avviandosi al termine della sua esposizione, Jutta Burggraf ha affermato che San Josemaría “non volle né poté dare soluzioni preconfezionate ai problemi specifici dei tempi nuovi. Perciò dobbiamo essere noi a trovare le soluzioni, per ogni momento che stiamo attraversando. Compete a noi, oggi, impegnarci a fare in modo che sia riconosciuta la piena dignità della persona in tutto il mondo, e che la donna, finalmente, non sia più un tema spinoso. Per arrivare a questo, ci conviene approfondire lo spirito di questo "sognatore realista", tener conto delle sue concezioni di vasto respiro, ispirandoci al suo entusiasmo e alla sua audacia”.